Come aiutare i figli ad affrontare la pressione del gruppo degli amici 1° Parte
Come aiutare i figli ad affrontare la pressione del gruppo degli amici 1° Parte
ed ecco anche il link alla 2° Parte
I ragazzi dai 10 ai 14 anni quando crescono devono affrontare molte sfide compreso i cambiamenti fisici legati allo sviluppo, così pure stili educativi troppo lassivi o al contrario troppo severi portano all’estremo sia richieste che comportamenti.
Il gruppo è per loro un punto di riferimento irrinunciabile, ma i gruppi non sono tutti uguali ed alcuni sono proprio da evitare. Il bisogno di essere accettati dal gruppo sarà pressante e le richieste degli amici potrebbero diventare insostenibili. Nessun allarme: è una visione realistica.
Per aiutare i ragazzi in questa fase delicata a superare con successo tutte le sfide è necessario mantenere aperto il dialogo in famiglia, offrendo ai ragazzi strategie di comportamento, racconti di sé e delle proprie esperienze:
Vediamo le prime 4 delle 9 strategie per mantenere aperto il dialogo e alto il livello di guardia allo stesso tempo:
- Parlare assieme di cosa succede quando il gruppo di amici chiede di comportarsi in un certo modo e di come opporsi possa portare a sentirsi diversi , magari ad essere impopolari. Usare esempi e storie di ragazzi che anche se si sono opposti hanno guadagnato la stima e l’amicizia di altri ragazzi. Far sentire che capisci quanto sia difficile e che fai il tifo per lui; lo puoi fare aiutandolo a immaginarsi e prefigurarsi possibili situazioni di difficoltà e a trovare soluzioni praticabili. La responsabilità personale si apprende praticandola, perciò parla con lui di quanto sia importante che agisca sapendo delle conseguenze delle proprie azioni.
- Aprire le porte di casa merende per tutti dopo i compiti in gruppo, sabato pomeriggio a vedere un film che piace loro tra popcorn e patatine; il divano sarà a loro disposizione e si divertiranno un sacco. Fatevi sempre presentare i loro amici, mantenete lo sguardo sul gruppo senza esagerare; allenate il vostro istinto genitoriale che vi farà capire con quale amico vostro figlio potrebbe avere maggiore difficoltà a gestirne l’influenza o il carisma. Invita per un veloce saluto anche i loro genitori, se le visite a casa si ripetono spesso fatti dare il loro numero di cellulare o l’indirizzo, sii gentile e chiama tu per prima! Oltre a realizzare un atto di cortesia potrai anche stabilire un canale di comunicazione con loro che ti tornerà molto utile in caso di necessità (marachelle, bugie plateali o di gruppo, scioperi mai fatti, ecc…). La finalità rimane sempre e comunque il supporto emotivo; se sei un tipo ansioso sfrutta la situazione per allenarti a contenere l’ansia!
- Remare in coppia, l’armonia tra genitori è la base per la crescita serena dell’essere umano: è una verità incontrovertibile; quando i ragazzi vedono litigare mamma e papà per quale sia la decisione migliore da prendere, purtroppo poi decidono da soli. Così facendo i genitori ai loro occhi perdono autorevolezza: le discussioni per chi sia il genitore “più buono” o “migliore” per un figlio sono fattori che disorientano. La coerenza genitoriale consiste in questo “ in ciò che dice mamma c’è il pensiero di papà, in ciò che dice papà c’è il pensiero di mamma”; non vuol dire essere d’accordo su tutto al 100% ma far sentire ai figli il pensiero e l’amore dell’altro genitore. Quando viene trasmesso questo messaggio, allora i ragazzi sentono di avere una strada precisa davanti, sentono che c’è unione tra mamma e papà anche se hanno punti di vista diversi.
- Non abbiate paura a dire di no, il “no” di questi tempi è una risposta molto temuta da parte dei genitori e richiama grandi reazioni esagerate da parte dei ragazzi che mal sopportano non avere quello che vogliono. La maturazione del cervello tra gli 11 e i 14 anni è tale da poter capire azione/conseguenza/reazione, è il momento di insegnargli che ci sono responsabilità e diritti, libertà e divieti. Spesso il “no” è usato male o è detto troppo poco o è detto in modo indiscriminato. Il “NO” è un grande strumento di crescita e aiuta i ragazzi a maturare. Nel dire “NO” è importante rispettare 3 criteri:
- le limitazioni che ponete devono essere ragionevoli e adattate al livello di responsabilità che dimostra vostra figlia/o
- vince la coerenza nel tempo, mantenere fede all’impegno preso di porre limiti nel tempo e non solo nei momenti di emergenza
- il “NO” deve essere chiaro e non può essere un NI o un mezzo SI o altro; un figlio non si sente al sicuro di fronte a tentennamenti o frasi confuse. In questo modo la reazione sarà prevalentemente di 3 tipi:
- crea confusione;
- si ribella;
- non rispetta l’adulto.
Non rispettare questi criteri il figlio non si sente protetto ma destabilizzato, e reagirà di conseguenza!
Dott.ssa Maria A. Romano