Come aiutare i figli ad affrontare la pressione del gruppo degli amici 2° Parte
Come aiutare i figli ad affrontare la pressione del gruppo degli amici 2° Parte
ed ecco anche il link alla 1° Parte
Ecco le ultime 5 delle 9 strategie per aiutare tuo figlio a fare le sue prime esperienze nel gruppo “ senza uscire dalla finestra di casa” ma “accompagnato da te sulla sulla porta”. Metaforicamente intendo dire che tuo figlio può fare le sue belle esperienze in gruppo se hai dichiarato che la casa è il luogo caldo dove si sta bene e ci si ritrova con gioia!
- No al genitore amico, in una famiglia i ruoli sono diversi e un genitore è chiamato a prendersi cura e a guidare i figli in modo responsabile: sono permessi gli errori ma non la confusione di ruolo! I ragazzi già a 10/11 anni devono sapere che la guida sei tu, che spetta a te genitore fissare le regole e stabilire le conseguenze di determinate azioni. L’amico ha una funzione diversa: l’amico è un sostegno prezioso e imprescindibile ma non ha funzione di guida e non stabilisce le regole della famiglia! I genitori indicano la via, la rotta verso cui dirigere la nave “educazione figli” e devono imparare a farlo con autorevolezza e affetto continui. La confusione di ruoli genitore/figlio costringe i ragazzi a fare da genitori a degli adulti immaturi e irresponsabili!
- Allarga i suoi interessi: spronalo ad allargare i suoi interessi, le sue passioni. Dal punto di vista di un ragazzo (10/14anni) l’orizzonte degli interessi è abbastanza limitato, porta tuo figlio a teatro, a mostra, fiere dell’hobby, concerti di gruppi musicali vicini al suo mondo ecc… Aiutalo ad appassionarsi veramente a qualcosa: lo aiuterà a sentirsi competente, sicuro e a sviluppare i primi elementi dell’autodisciplina.
- Mantieni costanti i momenti di ritrovo per tutta la famiglia, spesso capita che i genitori fanno tardi la sera più volte a settimana. Serve un appuntamento fisso nel quale tutta la famiglia si ritrova, dopo una giornata ecco che la cena e il dopocena diventa un momento godibile. Sono banditi tv, videogiochi e telefonini rimandando ad un altro momento altre incombenze, si sparecchia a turno, ci si mette sul divano oppure si prende un bel gioco da tavolo oppure ci si racconta quei piccoli segreti che ai ragazzi vengono in mente solo verso l’ora di andare a letto….e così argomenti come la prima cotta, il dispetto subito, il voto non detto, trovano il giusto luogo e il giusto tempo. I figli devono aspettare con gioia e non con timore il momento di ritrovarsi assieme tutta la famiglia, lasciando che la giornata si chiuda serenamente.
- Continua a dimostrare il tuo affetto, sembra banale ma non lo è. Certo che le prime provocazioni di un ragazzino possano essere forti e dolorose per un genitore, che deve poi imparare a conoscerle e gestirle; essere pazienti davanti alla loro aggressività e dargli un bacio per incoraggiarli o fare il tipo per qualcosa che deve fare può essere difficile per un genitore. Pensare che il tuo piccolo bimbo tutto coccole e baci per te ora si trasforma in un ragazzetto abbastanza brufoloso con voce roca, dai gusti musicali allucinanti: tutto questo serve a preparati a tutti gli scossoni emotivi che succederanno fino al giorno in cui potrebbe dirti: “non ti far vedere dai miei amici!”. Il figlio deve affrontare questa fase di attacco al genitore, ma non tanto a te come persona ma a te come modello per poter iniziare a crescere diventando se stesso. Ma c’è un’insidia: lo farà con molta fatica se nascesse in te il risentimento nei suoi riguardi per gli attacchi che ti sferra. Lui ha bisogno di te, della sicurezza che gli dà sapere che lo ami a prescindere, che lo guidi con fermezza, comprensione e saggezza. Non lasciarlo mai senza la certezza del tuo amore!
- Tieniti alla larga dalle generalizzazioni e dai pregiudizi. Purtroppo in questo aspetto i media e i social non ci aiutano per niente: recita un famoso detto “fa più rumore una foresta che cade che un albero che cresce”, cioè il “bene” e il “buono” degli adolescenti fatica sempre ad emergere e ad essere diffuso correttamente nella nostra società, bisogna essere attenti quando si pronunciano certe frasi volte a dare giudizi sulle amicizie dei figli, attenzione a non “fare di tutta un’erba un fascio”, a non dare giudizi generali che poi diventano delle etichette anche nella testa dei figli. Etichettare i ragazzi come “gente vuota”, ragazzi senza famiglia e senza valori”, “adolescenti superficiali”: sono affermazioni che ci aiutano a scaricare la nostra ansia (e la nostra frustrazione) di genitori e finisce che se la caricano sulle spalle i nostri figli, che volenti o nolenti, diventeranno genitori a loro volta un domani. Riflettiamo sulle conseguenze che vengono dall’impeto di giudicare i ragazzi secondo categorie di comportamenti e di stereotipi perché poi vengono assorbiti dai ragazzi i quali apprenderanno ad usarli e contribuiranno a costruire pregiudizi che non li aiutano ad essere obiettivi neanche verso se stessi.
Aiutare i figli con l’esempio del genitore a creare in loro, ognuno per quanto può, una capacità riflessiva ampia, a nutrire speranza nel domani, ad essere responsabili delle cose che fanno, a pensare positivo e realistico allo stesso tempo. Cambiare il modo di guardare le cose con coraggio! “E’ più facile rompere un atomo che un pregiudizio” A. Eisten
Dott.ssa Maria A. Romano