Genitori… del Terzo Millennio
In questo articolo tentiamo di esplorare il difficile mondo del genitore con l’obiettivo di provare a ridurre lo smarrimento che ci si può trovare a provare di fronte alle problematiche dei prorpi figli. Il ruolo genitoriale viene affrontato nella maggior parte dei casi cercando di applicare il buon senso, i consigli dei parenti e degli amici e ciò che si è appreso nel rapporto con i propri genitori.
Qusta situazione di improvvisazione ha creato quadri sbilanciati come, ad esempio, quelli di genitori:
- Troppo emotivi e/o troppo protettivi: che vivono nella continua paura che possa succedere qualcosa di negativo al figlio e gli impediscono, il più delle volte, la possibilità di fare nuove esperienze
- Troppo narcisisti: che rimangono, sostanzialmente, infantili. La proiezione del narcisismo li spinge ad attribuire ai figli qualità che, in realtà, essi non hanno
- Morbosamente attaccati ai figli: che vogliono vivere assieme a loro ogni emozione
- Troppo distaccati, o poco inclini alla comunicazione: in questo caso i figli sentono profondamente l’abbandono fisico e psichico da parte dei genitori
- Perfezionisti: hanno sempre da ridire
- Dediti al consumo di alcol, droghe, al gioco d’azzardo, etc…: sopraffatti da problemi personali cercano conforto nei vizi ed ignorano la presenza dei figli
- Troppo occupati nel lavoro
- Separati o divorziati: dopo aver nutrito i figli con tanti litigi, si servono di loro come armi per colpirsi a vicenda
Queste e altre situazioni di difficoltà possono generare nei figli difficoltà in diversi ambiti della loro crescita. In tali circostanze, i figli crescono fisicamente ma non emotivamente e di conseguenza non maturano a livello psicologico.
I figli quasi sempre imitano i genitori e acquisiscono un insieme di messaggi corretti, scorretti, confusi e a volte anche disturbanti. In queste condizioni il figlio può manifestare sintomi come: paure, ansie, rifiuto del cibo o eccessivo attaccamento ad esso, pianto immotivato, crampi allo stomaco, mal di testa.
A lungo termine la sintomatologia se non viene letta come modo per comunicare un disagio si trasforma in disturbo che può interessare il comportamento e l’apprendimento.
Non è raro osservare che molte difficoltà di apprendimento sono legate a situazioni di disagio che il bambino vive in un determinato momento dello sviluppo.
Come si diventa un genitore maturo?
Non esiste una scuola per genitori, è importante riflettere sulla propria modalità di essere genitore cercando di migliorarsi costantemente, riconoscendo la necessità di mettersi in discussione.
Prima di affermare di avere sempre ragione, verificare di aver dato esempi corretti di vita. Condividere all’interno della coppia genitoriale, le decisioni che riguardano i figli in accordo pone le basi per costruire nei figli il senso di coerenza e stabilità.
Partendo dal presupposto che il primo nucleo organizzato di aggregazione sociale è quello composto da genitori e figli possiamo concludere che: la famiglia rappresenta il pilastro fondamentale su cui poggia l’intera organizzazione umana.
Infatti, una famiglia composta di genitori maturi, è in grado di offrire opportunità liberanti e coraggio nell’affrontare situazioni difficili, per evitare l’instaurarsi di comportamenti caratterizzati da dipendenza psicologica negativa.
Per capire la psicologia di genitori e figli è necessario collocarli nel tempo storico e nell’ambiante sociale in cui si trovano a vivere.
Molti genitori hanno difficoltà a trasmettere adeguatamente il contenuto delle proprie emozioni affettive, con parole o gesti, ai propri figli.
Questa situazione risente del vecchio concetto di famiglia in cui il rapporto fra genitori e figli era rappresentato dallo scontro tra due monologhi: uno, fatto di rimproveri col dito puntato (punizioni, divieti esagerati, etc); l’altro, costituito da bugie e difese pseudoprotettive. Di conseguenza questo portava al fallimento del genitore educatore.
Nella società contemporanea, diventa sempre più evidente la necessità di imparare a far fronte, in maniera autorevole, alle esigenze pressanti dei propri figli, in temini di solidità interiore: questo comporta la necessità di modificare i modelli genitoriali.
La famiglia è portata ad avviarsi verso un processo di evoluzione che è pari alla modificazione maturativa dei singoli componenti.
Il raggiungimento dello sviluppo dell’identità del figlio, è in diretto rapporto allo sviluppo dell’identità dei genitori.
La famiglia è una rete comunicativa, fatta di relazioni e interazioni. Il comportamento umano si apprende e si sviluppa nel contesto familiare, l’ambiente può determinare i cambiamenti nella famiglia.
La famiglia, in quanto unità organizzata, si migliora in maniera direttamente proporzionale all’evoluzione dei sui componenti ed in funzione di quanto si abbandonano le distorte stragegie utilizzate per la soluzione dei problemi.
Il Confronto sano e construttivo con altri genitori in un contesto adeguato dove riflettere sulle proprie strategie genitoriali costituisce uno strumento efficace in primis per se stessi e come logica conseguenza sull’ambiente circostante (famiglia, lavoro, amicizie…). In questo modo il gruppo famiglia può crescere e funzionare con la creazione di nuovi comportamenti, evitando di insistere in modalità comportamentali incoerenti e contrastanti.
Dott.ssa Maria A. Romano
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