Genitori di adolescenti. Nuove fasi di vita
Scrivo questo articolo prendendo spunto da un colloquio con una mamma di un figlio adolescente, che sostanzialmente lamentava il cambiamento del figlio sedicenne e si sentiva “….tradita…. dopo tutto quello che ho fatto per lui ora non riesco più a gestirlo!”.
Se i vostri figli stanno per andare alle scuole superiori, quindi stanno per entrare nella delicata e inevitabile fase dell’adolescenza…. preparatevi! Un figlio adolescente porta uno stravolgimento di tutto l’equilibrio del sistema familiare e molto spesso i genitori entrano in crisi. Perché? Le varie trasformazioni fisiche, psicologiche e sociali che caratterizzano i cambiamenti della “crisi adolescenziale” del figlio portano i genitori stessi a dover “cambiare registro”, ad attuare dei cambiamenti nella relazione.
Quello che prima era un rapporto perfetto (o almeno, ora, così ci sembra!) sembra solo un lontano ricordo. I nostri bambini stanno crescendo e ORA vogliono “fare da soli”. A noi genitori viene chiesto di continuare a tutelare la loro crescita, ma senza essere invadenti, scegliendo di stare “dietro” e non “davanti” al figlio. Ma tutto questo non è facile e a volte è persino doloroso. Fino a ieri siamo stati una specie di pilota che tutto faceva e tutto sapeva del nostro “cucciolo” e oggi, quasi all’improvviso, veniamo “tagliati fuori”. Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio tra la vicinanza-distanza ottimale.
Ci sono però delle buone notizie! L’adolescenza di un figlio può permetterci di ri-diventare padroni di parte della nostra vita e di dedicarci a nuovi progetti. In qualche modo, è come se iniziasse una nuova fase della nostra esistenza; la nascita sociale dell’adolescente coincide con un analogo reingresso dei genitori all’interno di circuito di attività, relazioni e interessi che erano stati accantonati (la maggior parte delle volte) durante gli anni precedenti.
I genitori in crisi per la fase di passaggio dei figli dovrebbero essere accompagnati a comprendere che ciò con cui si confrontano non è il “non amore” del figlio, ma semplicemente una sana “rivoluzione” di cui egli ha un fisiologico desiderio/bisogno. Nostro figlio si ribella perché vuole imparare a capire chi è e soprattutto diventare se stesso, nella sua unicità e originalità; e in questa scoperta affascinante ha bisogno di tutto il nostro sostegno. È anche importante sottolineare che la ribellione avviene nei confronti di qualcosa/qualcuno che si sente molto vicino.
Del resto, a pensarci bene, tutto è già iniziato qualche tempo prima, con tentativi di distanziamento più “soft” del tipo “Papà per favore quando mi accompagni a scuola non lasciarmi davanti al cancello, fammi scendere prima” oppure “Mamma devi bussare prima di entrare in camera mia!”. Certo, anche in questi casi abbiamo sentito una stretta al cuore, ma era ancora un dolore sopportabile!
In questo contesto di cambiamento, i padri possono svolgere un ruolo fondamentale favorendo le esplorazioni dei figli e verificare che siano tali da non comprometterne la crescita e la salute. D’altra parte, al tempo stesso, può dedicarsi a riconquistare la donna che, come mamma, spesso si è dimenticato di avere al proprio fianco, facendola sentire di nuovo bella e desiderabile e ricominciando a progettare con lei tutto ciò che negli anni della cura del figlio piccolo non era stato possibile realizzare.
Si può aprire, dunque, una nuova fase nel rapporto di coppia, ricca e piena di possibilità. Insomma, una fase preparatoria a quella di quando nostro figlio, ormai adulto, sarà autonomo e se ne andrà di casa…. prima o poi!
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