I nonni: ruolo educativo nella vita dei nipoti
I nonni: ruolo educativo ed affettivo nella vita dei nipoti
Nella vita familiare le persone assumono diversi ruoli a seconda dell’età e dell’esperienza in cui si trovano. Parliamo spesso di genitori e di figli ma parliamo poco dei nonni e dei nipoti. La nascita di un nipote porta all’assunzione di un ruolo, il ruolo di nonno, che rivoluziona le dinamiche relazionali tra i membri della famiglia, dai genitori del nuovo arrivato ai novelli nonni. Nascono così rapporti trigenerazionali, con forti implicazioni, affettive ed emotive, poiché i nonni danno vita con i nipoti ad un rapporto diretto, istintivo, a volte in armonia con i genitori, a volte in contrasto con loro.
La “nonnità” richiede una ridefinizione di ruoli, competenze e funzioni, suscita nuove energie e soddisfazioni, ma può far nascere conflittualità. Per alcuni la “nonnità” può essere un’esperienza gratificante, un nuovo motivo di vita che permette loro di mantenere la propria funzione generativa; per altri invece essere nonni significa essere diventati vecchi, inutili, sostituiti dai figli, divenuti genitori, fino a giungere ad un rifiuto del ruolo stesso.
In passato i nonni venivano sempre identificati con gli anziani, per cui i loro problemi venivano studiati in riferimento alla terza età, oggi possiamo affermare che il ruolo attuale di nonno è un ruolo emergente. Questo perchè non tutti gli anziani sono nonni (è necessario aver avuto un figlio che sia divenuto padre a sua volta) e non tutti i nonni sono anziani (è sempre più frequente diventare nonni sotto i 50 anni).
Tradizionalmente il ruolo di nonno era visto come quello del nonno patriarca, depositario di cultura e di saggezza, legato molto spesso al mondo contadino. I cambiamenti avvenuti all’interno della società e della famiglia hanno dato vita ad una nuova immagine del nonno così come hanno mutato i rapporti fra genitori e figli. Possiamo affermare che in mancanza di modelli con cui confrontarsi, la “nonnità” attuale richiede atteggiamenti e comportamenti diversi rispetto ad un tempo, i nonni devono reinventarsi adattandosi alla realtà attuale che i nipoti rappresentano. Tuttavia la cultura diversa di cui è portatore il nonno, può costituire per i nipoti una fonte preziosa dalla quale attingere esperienze positive. La figura del nonno, così interpretata, diventa fonte di promozione e dialogo per tutti i componenti della famiglia.
Recenti studi evidenziano la riscoperta e la valorizzazione del potenziale educativo dei nonni, ricchi di risorse e in grado di offrire ai genitori e agli enti educativi, un valido apporto per l’umanizzazione e lo sviluppo dell’identità personale nei giovani d’oggi. Un tempo i nonni erano pochi (le famiglie erano più numerose, ma si viveva meno a lungo), oggi spesso capita il contrario (il 42% dei nipoti alla nascita ha ancora tutti e quattro i nonni) e non è raro trovare un solo nipote per quattro nonni.
Come impostare correttamente il rapporto con i nonni?
Il rapporto tra nonno e nipote potrà essere qualcosa di davvero speciale, ma anche un disastro completo. La chiave, come spesso accade, è il rispetto dei ruoli. Il nonno pensionato è una risorsa da sfruttare, sono diverse le coppie che per risparmiare il costo del nido affidano il proprio figlio ai nonni, oppure lo mandano all’asilo nido solo la mattina facendolo restare per qualche ora con i nonni durante il pomeriggio. La scelta non è dettata solo dal mero risparmio economico, bensì da un desiderio di sicurezza che i genitori, assenti per gran parte della giornata, provano nei confronti dei figli. Il nonno è un membro della famiglia, una persona solitamente di fiducia, una persona che saprà ben prendersi cura dei nostri piccolini svolgendo le veci di educatore quando i genitori non sono presenti.
Quando il bambino passa molte ore con i nonni può accadere di essere in disaccordo nella diversità di stili educativi che spesso portano a tensioni tra i membri della famiglia. I più anziani, forti della loro esperienza, spesso si arrogano il diritto di agire non consultando i figli, vedono che il nipotino ha un problema, oppure che desidera fare qualcosa e agiscono senza consultare nessuno. Scatta quindi una sorta di rivalità, perché il bimbo vede che a casa dei nonni ha alcune libertà che a casa propria, con i genitori presenti non gli sono concesse. Se il nonno diventa troppo permissivo e non rispetta le regole di comportamento impartite dai genitori il piccolo può trovarsi disorientato e mal tollerare le regole più severe che ha a casa propria.
Il genitore, che torna la sera stanco dal lavoro si ritrova un bimbo che quando lo vede fa i capricci, che non vuole tornarsene a casa perché dai nonni “sta meglio”, o più correttamente, si sente più libero di fare ciò che vuole, bimbi che iniziano a dire “voglio nonna, nonna è più brava”, scatenando una sorta di gelosia nel genitore che ha l’innata paure che il proprio figlio preferisca le cure di qualcun altro.
Il modo migliore per far fronte a queste piccole divergenze educative è stilare una sorta di elenco contenente le regole che in alcun modo possono essere infrante, quei principi che per i genitori sono alla base delle loro scelte educative e che pretendono siano rispettate non solo dai nonni, ma in ogni ambiente in cui il piccolo vada a trovarsi. In questo modo si permette al bambino di costruire modelli identificativi corretti e di costruire una base di sicurezza. Dopo aver stabilito le regole essenziali, ci sarà sempre un territorio neutro dove i nonni potranno sbizzarrirsi, magari permettendo al nipotino giochi ed attività che a casa sua, vuoi per mancanza di spazio o di tempo, gli son precluse. Serve elasticità da entrambe le parti, permettendo così una serena collaborazione che porterà al bimbo numerosi benefici, perché il nonno non è un semplice baby-sitter, ma una figura importante di cui il bambino serberà a lungo il ricordo, anche quando quest’ultimo non ci sarà più.
Dott.ssa Maria A. Romano