Magre a tutti i Costi – Magrezza Femminile, Ideale Estetico e Morale?
Magre a tutti i costi
Nell’ultimo trentennio è andata affermandosi sempre più la magrezza femminile come ideale sia estetico che morale, poiché al corpo esile e scattante sono stati attribuiti valori quali ambizione, organizzazione, potere, autoaffermazione sociale, prima nei paesi occidentali poi in tutti i paesi raggiunti dalla nuova tipologia femminile.
Tale tipologia risulta essere un mosaico di valori e aspettative culturalmente attribuiti nelle società passate al genere maschile, e risulta impoverita di tratti femminili precedentemente ritenuti classici (aspetto materno, docilità, sottomissione, accudimento, etc..).
L’affermazione del nuovo ideale estetico ha dunque simboleggiato un importante cambiamento nel ruolo della donna all’interno della società e questa situazione ha promosso la diffusione dei disturbi del comportamento alimentare.
I modelli estetici femminili attualmente ritenuti ideali sono noti anche alle bambine in età molto precoce, già a 8/9 anni, e vengono da queste considerati un normale modello da seguire, conforme al proprio tempo e alla propria società; spesso le bambine se interrogate in merito esprimono paura del grasso nonché il desiderio di iniziare una dieta, così come tendono ad assimilare più facilmente i comportamenti ed i pensieri relativi alla dieta e all’immagine corporea diffusi continuamente dai media e/o adottati dai familiari.
La dieta intesa come controllo sul corpo e modifica della propria immagine, risulta spesso essere il movente fondamentale di un disturbo alimentare: le adolescenti che si sottopongono a regimi alimentari restrittivi presentano un elevatissimo rischio di sviluppare un disturbo alimentare, fino a 18 volte maggiore rispetto a coetanee che non seguono una dieta.
È stato inoltre dimostrato che il confronto</strong fra il proprio aspetto e quello di modelli stereotipati di bellezza rappresentati da top model o fotomodelle ritratte sui giornali provoca una diminuzione del tono dell’umore che, spesso, si trasforma in depressione nella maggioranza di soggetti di sesso femminile.
Le adolescenti in particolare riferiscono di essere influenzate dai giornali nella scelta del loro ideale di bellezza, nel pensare di mettersi a dieta o nel provare a perdere peso. Ci sono inoltre relazioni strette fra lettura di riviste e inizio di una dieta dimagrante o di un programma di esercizio quotidiano: chi legge più riviste appare più incline a cimentarsi in programmi di dieta o di esercizio.
Questi dati impongono serie riflessioni sui rapporti tra individuo e media come potenziali fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare.
Innanzitutto è da segnalare il gran numero di riviste femminili il cui target specifico è rappresentato dalle giovani adolescenti, che pubblicano in ogni numero decine di pagine dedicate ad aspetto e forma fisica, elargendo a piene mani consigli su come effettuare una dieta dimagrante dai risultati strepitosi o su cosa fare per migliorare la propria immagine.
Il confronto con i media esaspera la naturale tendenza degli adolescenti a sperimentare cambiamenti sfidando se stessi ed i modelli rappresentati dai genitori, nel tentativo di raggiungere un equilibrio interiore ed una maggiore accettazione di sé.
Se si aggiungono il desiderio di identificazione con i propri coetanei ed il continuo confronto – raffronto con le figure genitoriali e con il mondo esterno, non è difficile capire come quasi il 50% delle adolescenti voglia somigliare a tutti i costi (dieta, esercizio fisico strenuo, chirurgia estetica) ai modelli proposti dai media, favorendo decisamente lo sviluppo di disturbi alimentari e ponendosi a notevole rischio di sviluppare veri e propri disturbi del comportamento alimentare.
L’adolescenza è un momento di grande trasformazione psichica e corporea, i genitori devono imparare a dialogare con i propri figli, devono essere in grado di fornire modelli identificativi validi in cui gli adolescenti possano trovare ascolto, accoglienza, esempi da emulare e tutto questo si fa attraverso la conoscenza.
Dott.ssa Maria A. Romano